Celebri per le loro elevate performance tecniche ed estetiche, i pavimenti in resina sono particolarmente indicati sia per applicazioni industriali che commerciali. In questo articolo, ci focalizzeremo sulle corrette modalità di posa di questa particolare tipologia di pavimentazione.

Il primo step riguarda la verifica del fondo, che dovrà già in prima battuta essere pulito e privo di polvere, così da essere pronto ad accogliere la resina. Al fine di permettere al pavimento in resina di performare al meglio, il supporto dovrà presentare qualità di resistenza, stabilità, umidità e pulizia, sia nel caso in cui il fondo sia realizzato in calcestruzzo, conglomerato o massetto cementizio, sia che sia in ceramica, magnesite, asfalto, metallo, legno, materiali lapidei, anidride o resine sintetiche.

Non solo: il check preliminare del fondo è anche essenziale perché il rivestimento in resina possa aderire correttamente e per evitare la presenza di criticità o difetti a posa avvenuta.

In questo senso, sarà il tecnico-commerciale di IPM Italia a eseguire le opportune verifiche relative allo stato della superficie, inclusi il suo grado di umidità e temperatura. È proprio la varietà dei materiali che compongono il supporto a rendere necessaria l’assistenza di un posatore certificato IPM Italia: lo specialista avrà il ruolo di verificare le condizioni del sottofondo definendo le necessarie procedure per creare una superficie adatta al risultato finale che si desidera ottenere.

È anche importante sottolineare che laddove si operi su un pavimento preesistente, l’intervento dei posatori IPM Italia sarà molto rapido e non prevedrà alcuna demolizione preliminare.

Pavimenti in resina:
le soluzioni IPM Italia

I prodotti e i sistemi a marchio IPM Italia sono il risultato dell’opera di ricerca di un laboratorio interno deputato e costantemente orientato all’innovazione tecnologica. Grazie alla lunga esperienza nel settore delle pavimentazioni in resina, offriamo soluzioni che soddisfano le esigenze specifiche dei diversi settori merceologici.

Tra le linee disponibili:

  • IPM Basic: sistemi e prodotti solvent-free epossidi e poliuretanici ideali per rivestimenti a basso, medio e alto spessore come film, multistrati, autolivellanti e malte. Sono specifici per umidità inferiore al 3-3.5% e in assenza di controspinte. 
  • IPM Aquaperm: una linea di sistemi e prodotti idrodispersi, traspiranti, VOC free che possono essere posati su calcestruzzo e altri supporti con elevati tassi di umidità. Ideali anche in presenza di controspinte osmotiche, permettono di ottenere rivestimenti in resina con finiture brillanti, privi di ritiri e caratterizzati da notevoli resistenze chimiche e meccaniche.

Prima della posa del pavimento in resina

Posare il pavimento in resina più adeguato alle proprie esigenze significa prima di tutto comprendere le caratteristiche chimico-fisiche a cui dovrà resistere.

Successivamente, sarà opportuno – come spiegato in apertura di articolo – procedere all’analisi del sottofondo ed eventualmente predisporne l’opportuna preparazione, tenendo conto del deterioramento e grado di inquinamento del supporto. A queste ultime caratteristiche è intrinsecamente legata anche la scelta del sistema resinoso da posare.

Tra i sistemi di preparazione del sottofondo più diffusi figurano fresatura, bocciardatura, pallinatura, molatura e carteggiatura.

Le fasi di posa del pavimento in resina

IPM Italia mette a disposizione la competenza di applicatori certificati e accuratamente formati per la posa dei propri pavimenti in resina.

La posa effettiva della pavimentazione in resina prevede prima di tutto la valutazione della temperatura ambientale, che dovrà collocarsi tra i 10°C e i 30°C. Successivamente si procederà all’eliminazione di crepe, polvere, oli e grassi dalla superficie, per poi continuare con la stesura del primer tramite spatola. Si potrà eventualmente additivare il primer con Fibre Techibond e inerti silicei come Duromix.

La preparazione della resina prevede la sua miscelazione nei due componenti con l’ausilio di un trapano a frusta a basso numero di giri per almeno due minuti: l’obiettivo è ottenere un composto omogeneo al quale saranno poi aggiunti, in funzione del ciclo resinoso ottimale, eventuali inerti Duromix.

La fase di stesura del pavimento in resina (chiamata anche “colatura”) avviene tramite spatole lisce o calibrate e comprende anche il possibile spolvero di inerte, che è ad esempio essenziale in sistemi multistrato come IPM Stratos, pavimentazione epossidica a effetto monocromatico e con finitura antiscivolo. Lo spessore del pavimento varierà da 1 a 4 millimetri.

Va tenuto presente che, laddove la soluzione da installare fosse un sistema resinoso a film, sarà necessaria l’applicazione di uno o più strati di formulato ottenuto dal mix dei due componenti. La posa avverrà tramite rullo, ogni 8-12 ore.

La fase finale della posa della pavimentazione in resina è chiamata finitura: al termine della carteggiatura dello strato intermedio della superficie, si utilizzeranno spatole o rullo per “finire” il pavimento.

Ricordiamo che i pavimenti in resina a marchio IPM Italia sono rapidi da applicare e da utilizzare: possono infatti essere calpestati già a ventiquattr’ore dalla posa.

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